L’autrice osserva come l’apertura del Centro Pecci nel 1988 fosse stata accompagnata dal messaggio che abbinava il dinamismo imprenditoriale del settore tessile all’arte contemporanea, forse limitando con questo, già da allora, la partecipazione di un pubblico più vasto. Il successivo lento declino dell’industria tessile, oltre che a generare un effetto rallentatore sull’attività del Pecci ha addirittura consentito l’insorgere di un racconto diverso imperniato su Prato come città d’arte rinascimentale.
Echi id un monumento perduto (di Simonetta Cavaciocchi)
Le concezioni che valorizzano l’opera d’arte come documento storico, oltreché estetico, sono relativamente recenti. Nei fatti, l’uomo ha da sempre considerato gli spazi costruiti come organismi in movimento: legati alla funzione e al gusto del tempo, essi hanno subito...