Dopo lungo girovagare, dopo i soli accesi di Venezia e la vivacità metropolitana felsinea, Bruno Saetti, tra i più significativi artisti italiani del secolo scorso, trovò nel borgo di Montepiano un angolo fresco dove creare. Un eremo invernale, una residenza estiva capace di attrarre pittori e generare trame artistiche d’avanguardia. Bruno Saetti non sarà né il primo, né il solo protagonista di una stagione indimenticabile di artisti, collezionisti, critici che gravitarono, nel Secondo dopoguerra, tra Alta Val Bisenzio e Val di Setta, creando un legame fecondo e satellitare tra i fermenti di Prato e Bologna e alcuni centri appenninici, fucine artistiche e luoghi di veicolazione culturale.