Una piccola tavola ad olio di fine Cinquecento oggi conservata nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti ritrae santa Caterina de’ Ricci mentre, di profilo e lacrimante, contempla un Crocifisso adornato di gigli bianchi. Sono molto visibili le stimmate sulle mani ma anche sul costato della “santa” pratese: la veste monastica è infatti aperta sotto l’ascella quel tanto che basta per consentire la visione della ferita sanguinante. Caterina compare ancora senza l’aureola perché l’opera è datata all’ultimo decennio del Cinquecento, quindi precede la conclusione del processo di canonizzazione. Fu dipinta da un anonimo appartenente alla scuola toscana poco dopo la morte della mistica e, viste le sue dimensioni, si trattava sicuramente di un oggetto destinato alla devozione privata.
Ermolao Rubieri, patriota e letterato (di Niccolò Lucarelli)
Nato a Prato il 21 febbraio 1818 da una famiglia di origini provenzali, Ermolao Rubieri si sentì da subito pienamente italiano, tanto da fornire un importante contributo alla causa dell’Unità nazionale che si concretizzò sia nell’impegno sul campo di battaglia - in...