«Umberto Brunelleschi, cheveux blancs, monocle, va et vient dans un atelier ultra-moderne, une volière de verre où se prolonge la perpétuelle illusion du soleil»1.
È con queste parole che nel 1935 una rivista francese tratteggia Umberto Brunelleschi, in un grazioso articolo celebrativo dedicato al pittore italiano ma parigino di adozione. A quell’epoca Brunelleschi, figura di spicco dell’Art Déco internazionale, era ancora molto noto sia in Francia che in Italia e una tale celebrità era stata sancita dalla Legione d’onore per meriti artistici ricevuta nel 1929.