A sessant’anni dalla sua scomparsa
Sessant’anni fa, il 19 luglio, Curzio Malaparte, in un letto della clinica ‘Sanatrix’ di Roma, morì come tutti si muore: con la differenza che lui chiuse con la vita come un antieroe malapartiano: sfinito, forse disperato, ma mantenendo un suo creativo cinismo di fondo. Giocò ancora una volta a uno nessun e centomila. Nei lunghi giorni della malattia – un cancro ai polmoni che lo costrinse a un ritorno precipitoso dalla Cina –, lo scrittore che aveva raccontato la prima metà del Novecento dando al secolo l’imprimatur di una violenza assoluta allevata – come ebbe a dire dalle sollecitudini di tre dittatori che riportarono il mondo indietro di secoli -, aveva incontrato amici e nemici.