Fernand Braudel di solito con me parlava lentamente, convinto che lo avrei capito meglio. Nella sala dell’Hotel Flora, dopo cena aveva sempre molto da raccontare. Chissà perché una sera mi spiegava un pogrom contro gli ebrei negli anni trenta in Ucraina, paragonandolo a uno molto simile perpetrato, se ben ricordo, a Villiers cinquecento anni prima. Alla fine: “Malaparte”, gli dissi, “aveva raccontato in Kaputt il pogrom di Jassi, in Moldavia, fra Romania e Ucraina negli anni Quaranta, in piena guerra”.
Parigi, nei passi di Malaparte (di Jean-Claude Thiriet)
«… di quel Diario d’uno straniero a Parigi non aveva scritto una sola riga: quando morì furono trovati vari brogliacci, che Falqui completò con delle note insignificanti, e furono pubblicati... ». Cosi parla Orfeo Tamburi di questo diario che Malaparte aveva iniziato...