Ci fu un tempo in cui il cinema era fiaba, era mito ed epos e le sue straordinarie possibilità di raffigurazione del ‘meraviglioso’ entusiasmavano scrittori ‘avanti’ come D’Annunzio. Il cinema rappresentava la vetrina sul mondo, la scoperta del lontano, dell’altro da sé, a volte la consapevolezza nuova di far parte di un contesto ben più ampio, variegato e complesso di quanto, prima dell’avvento del ‘cinematografo’, si potesse immaginare. Il cinema rappresentava, tuttavia, anche «un sogno vissuto collettivamente» ed è per questo che le attrici venivano proiettate in un firmamento di carta, nel quale brillavano come stelle agli occhi, forse ingenui, certo benevoli, di un pubblico propenso a divinizzarle.
«Dal Bisenzio al Volturno». L’avventura garibaldina di Ferdinando Giraldi (di Niccolò Lucarelli)
Ferdinando Giovanni Maria Giorgio Giraldi nacque a Prato il 6 luglio 1828 da Domenico e Colomba Gacci (seconda moglie del padre, dopo la scomparsa della prima, Maria Anna Lulli), primo di altri sei fratelli, ovvero Teresa, Pietro, Ester, Giuseppe, Giovanna, Rosa ed...