Il primo gennaio 1846, per i tipi di Ranieri Guasti, editore e stampatore in Prato, uscì un curioso libretto di 120 pagine, impresso in uno di quei formati adatti a pubblicazioni di carattere periodico e di comodo trasporto e lettura. Era il Calendario Pratese del 1846, un prodotto editoriale di cadenza annuale che non si sarebbe limitato a offrire i tipici contenuti di un almanacco, ma avrebbe dato spazio a «memorie e studi di cose patrie». Dunque un’inconsueta forma di calendario, pensato dal figlio di Ranieri, Cesare Guasti, che ne fu animatore entusiasta, capace di coinvolgere un folto ed eterogeno gruppo di intellettuali.