Dopo le visite pontificie quattrocentesche di Alessandro V ed Eugenio IV1, Prato dovette attendere oltre tre secoli e mezzo per accogliere nuovamente un Papa entro le sue mura. Fu Pio VII (Barnaba Chiaramonti) a fermarsi nella nostra città, in due momenti assai diversi del suo lungo e tormentato pontificato. A un anno dalla sua elezione Pio VII – che aveva tra i suoi obiettivi il ristabilimento del cattolicesimo in Francia dopo gli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese – era riuscito il 15 luglio 1801, grazie ad accordi col Primo Console francese, Napoleone Bonaparte, a stipulare un concordato con la Francia che riconosceva diversi vantaggi e concessioni alla Santa Sede, recuperando parte dei beni e delle rendite, e ottenendo la possibilità di riorganizzare la chiesa e le diocesi francesi. Benché rimanessero ancora tensioni, l’intesa tra Roma e la Francia culminò nel 1804, quando il Pontefice accolse l’invito a presenziare all’incoronazione di Napoleone come Imperatore dei Francesi.
Le turris di Prato. Caratteri architettonici, qualità abitativee “passaggi segreti” nei secoli XII-XIV (di Marta Accallai)
A partire da una situazione abitativa di tipo prettamente rurale, tra il X e l’XI secolo nella zona dell’attuale centro storico di Prato iniziano a formarsi due nuclei abitativi, due curtis, che esercitano un certo potere e attorno a cui sorgono delle unità...