L’Osservatorio Sismologico Pratese dal 1927 al 2013… e oltre (di Andrea Fiaschi)

Prato Storia e Arte n.113

Quando la redazione di PSA mi ha chiesto di scrivere un articolo sull’Osservatorio sismologico e sui suoi legami con il territorio pratese mi sono posto il problema di quale taglio dovessi dare al “pezzo”, quale dovesse essere per così dire la “tonalità” con cui riportare alla memoria dei pratesi un istituzione così amata e radicata nei ricordi. Non solo, come avrei potuto trasmettere, a coloro che per questioni anagrafiche non avevano avuto modo di conoscerlo, l’orgoglio ed il compiacimento con cui questa struttura era sentita fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1930? E come esprimere tutto questo senza scadere in una certa retorica sull’importanza e la valenza scientifica dell’Osservatorio? A queste domande ho pensato di rispondere attingendo quanto più possibile alla mia esperienza personale, innanzitutto a quanto maturato in me negli ultimi 14 anni trascorsi lavorando proprio all’interno dell’Osservatorio come incaricato della gestione e dello sviluppo della rete sismometrica, in secondo luogo ritornando ai miei ricordi di bambino che di fronte alla porta del Convento di San Domenico, pensando ai sismografi in funzione, dava sfogo alla fantasia immaginando ambienti austeri e un po’ polverosi con rulli di carta e pennini pronti a “danzare” ad ogni sussulto del suolo. 

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