Preferiva Prato a Firenze, gli piaceva ascoltare la parlata pratese e insieme agli amici, primo fra tutti Roberto Fioravanti, amava, dopo gli impegni concertistici, concludere “la serata in grande serenità, degustando biscottini di Prato col vinsanto fino anche a tarda ora (…). Per Michelangeli venire a Prato significava stare qualche giorno in compagnia di amici, fare quasi una piccola villeggiatura. Ovviamente si parlava anche di musica e di pianoforte” È uno dei tanti ricordi che emergono da un’intervista a Luciano Magnini sul maestro Arturo Benedetti Michelangeli, “l’ angelo del pianoforte” appassionato di Ferrari, che in Prato aveva trovato tanti amici e tanti ammiratori del suo genio musicale, benché fosse un personaggio schivo e taciturno.
Un calzolaio del Quattrocento: Girolamo Talducci e la sua bottega in Porta Santa Trinita (di Francesco Ammannati)
Ci siamo imbattuti nella figura di Girolamo di Lorenzo Talducci in un precedente studio sul Sacco di Prato che mise a ferro e fuoco la città del Bisenzio nel 1512. Furono centinaia i pratesi che persero la vita per mano degli invasori spagnoli, mentre ai più...