“Et così fu fatto e ristorato chi aveva perduto in qualche parte e non l’intero delle perdite fatte”. Così il governatore del Ceppo di Francesco di Marco Girolamo Talducci scriveva su un suo libro di conti intorno ai primi di novembre del 1512. La furia spagnola era ormai alle spalle, ma aveva lasciato dietro di sé una città sconvolta e devastata. I sopravvissuti avevano dovuto pagare la propria libertà versando pesantissimi riscatti alle soldatesche occupanti ed era chiaro, al Comune di Prato tanto quanto alla dominante Firenze, che senza un aiuto concreto la popolazione non si sarebbe più ripresa.
Musciattino tra storia e leggenda (di Claudio Cerretelli)
Allo stesso modo del Sacco di Prato un’altra triste vicenda, svoltasi precisamente due secoli prima, e rimasta fino ad oggi nell’immaginario collettivo dei pratesi, tramandata di generazione in generazione fino ad ammantarsi di leggenda: il tentato furto della Sacra...