Nel dicembre 1685, Philippe Couplet, procuratore dei gesuiti in Cina, durante un tour europeo a sostegno dell’ordine nella controversia sui riti cinesi, lasciava in dono al Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici una serie di volumi in lingua cinese e un antico manoscritto, una Bibbia latina di piccole dimensioni ritrovata nell’antica provincia di Nanchino. Stando ad un breve appunto di Couplet, il codice, oggi Pluteo III capsula 1 della Biblioteca Medicea Laurenziana, era appartenuto ad una famiglia cinese per oltre quattrocento anni ed era giunto in Cina all’epoca della dinastia mongola degli Yüan (1279-1368), portato dal “veneziano Marco Polo o da qualche altro europeo” che in quei decenni era giunto alla corte Imperiale.
Musciattino tra storia e leggenda (di Claudio Cerretelli)
Allo stesso modo del Sacco di Prato un’altra triste vicenda, svoltasi precisamente due secoli prima, e rimasta fino ad oggi nell’immaginario collettivo dei pratesi, tramandata di generazione in generazione fino ad ammantarsi di leggenda: il tentato furto della Sacra...