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Spindles di Loris Cecchini, vitale e dinamica come Prato. Metafora della città che non si ferma e guarda al futuro. Dono della Fondazione, accordo con il Comune di Prato

Prato, 21 giugno 2022 - Spindles (fusi) di Loris Cecchini è vitale e dinamica come Prato, la città di cui rappresenta la metafora. L’opera che viene inaugurata oggi, davanti alle mura medievali in via Cavour, è stata voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato ed è un dono alla Città coraggiosa che non si ferma - davanti alle crisi ma anche alla pandemia - e si rinnova sempre, il simbolo di una comunità dove le relazioni tra persone hanno ancora un valore determinante e decisivo per progettare il futuro.A presentarla, con l’artista Loris Cecchini e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Franco Bini, gli assessori alla Cultura e all’Urbanistica del Comune di Prato, Simone Mangani e Valerio Barberis. La realizzazione dell’opera, struttura modulare in acciaio e alluminio, vede la stretta collaborazione della Fondazione e del Comune di Prato che l’ha condivisa.


“Spindles è imponente e prepotente, è il simbolo della nostra capacità di reagire, della forza che ci viene dalla resilienza – ha affermato il presidente Bini -   Quest’opera vuole celebrare proprio la Città contemporanea e creativa, aperta al mondo e forte del suo saper fare e della sua capacità di tessere relazioni”. Per l’assessore Mangani “si tratta di un’operazione che si inserisce in un lungo percorso di contemporaneità iniziato cinquant’anni fa con la Forma Squadrata con taglio di Moore”. “Nel dialogo tra l’opera di Cecchini e le mura trecentesche si apre uno sguardo verso il futuro”, ha affermato l’assessore. L’assessore Barberis ha sottolineato che “l’arte a Prato racconta la città contemporanea, Spindles costituisce la prima opera del nuovo parco, collocata proprio all’ingresso, con cui si comincia a scrivere un nuovo racconto di questo pezzo di città”.

Spindles, come l’arte racconta una comunità

Metafora di relazioni - In inglese la parola Spindles significa fuso ma anche trottola. Cecchini è partito dai fusi, cioè dalla storia della produzione tessile di Prato, per saldare questa identità con la dimensione dinamica della città, per definire un’opera che non ha inizio e neppure fine, dove non c’è gerarchia.  Spindles è una sorta di metafora disegnata nella relazione fra entità singolare e collettiva, tra persona e comunità. Lo stesso elemento - sono cinquanta in tutto- si propone in vettorialità diverse, in direzioni diverse come fosse in continuo divenire, non è una forma singola, una scultura parcellizzata.  Sintesi tra ambiente e tecnologia - La struttura modulare in acciaio e alluminio è composta da cinquanta elementi, ciascuno a sua volta diviso in tre parti accoppiate. Cecchini si avventura in un’opera dalle dimensioni mai sperimentate prima: visivamente la scultura è fortemente organica, ricorda le piante e gli organismi naturali. Sembra un albero solido e imponente (misura circa 10 metri di base e di altezza, e nove di profondità). Emergono qui la memoria e la cultura toscana dell’artista - vissuto tra Siena, Firenze e Prato – a cui si saldano il sapere tecnologico degli anni vissuti a Milano e Berlino. Ogni pezzo è innestato con angolazioni differenti, diventa una sorta di algoritmo naturale, che sta tra natura e scienza e tra tecnologia e matematica.

Un prezioso lavoro di squadra

L’inaugurazione dell’opera è stata resa possibile da un prezioso lavoro di squadra.  Il Comune di Prato ha concesso gratuitamente l’area dove è stata installata l’opera e si è assunto l’onere, attraverso i propri uffici tecnici, della realizzazione delle opere di fondazione oltre che della sistemazione finale dell’area.  A seguire la sua realizzazione con il presidente Bini, i consiglieri Alessandro Pieraccini e Isabella Lapi Ballerini. Numerosi i professionisti che sono intervenuti a titolo gratuito. Decisivo l’impegno generoso di Francesco Giorli, coordinatore del progetto e della sua realizzazione oltre che referente dell’artista e di GPA Partners - studio di ingegneria con gli ingegneri Paolo Spinelli e Giovanni Olmi che hanno diretto i lavori e curato il progetto. Hanno dato un importante contributo anche l’ingegnere Alberto Magistrali, che ha provveduto al collaudo, il dottor Luca Barletti che ha curato la relazione di fattibilità geologica e il geometra Fabio Magni che si è occupato dei rilevi topografici con ausilio GPS.

Loris Cecchini a Prato

 Spindles si colloca formalmente tra le serie di opere più conosciute ed apprezzate dell’artista, ovvero quelle strutture modulari metalliche che danno luogo a configurazioni formali sempre diverse ed il cui riferimento concettuale ruota intorno alle idee di organico, di crescita, di espansione particellare della materia in un continuo rimando tra arte, scienza, natura e cultura.Loris Ceccchini conosce profondamente Prato e la sua speciale vocazione alla contemporaneità. Ha collaborato con il Centro Luigi Pecci e con il Comune di Prato anche per realizzare Waterbones, un’installazione permanente allestita sulla facciata della Biblioteca Lazzerini.