Prato resiliente. Riformismo disciplinare

(di Paolo Di Nardo)

Alberto Clementi, Segretario SIU (Società Italiana Urbanisti), nel 1997 nella Prefazione al libro di Richard Rogers Città per un piccolo pianeta, sottolinea il fallimento della modernità come concetto di progresso sterile e non dialogante: “Il fallimento di molti disegni della modernità ci insegna che la razionalità degli scopi e la coerenza delle strategie non è sufficiente ad assicurare il successo delle nuove idee. E che tutto è ben più difficile e incerto di quanto si possa pensare”1. La visione di una “città per un piccolo pianeta”, prendendo a pretesto la felice definizione e intuizione di Rogers, parte proprio dalla consapevolezza che in molti campi disciplinari è ormai estinta l’epoca dell’ego-design, inteso come gestione della creatività e del progetto, a tutti i livelli, da parte di una sola mente illuminata: l’egodesigner.