Pietro Vestri

Pietro Vestri è stato un uomo di cultura che coltivava molti interessi: dai temi della storia europea a quelli del sapere gastronomico, dalle vicende politiche e istituzionali di Prato ai connotati della sua tradizione popolare. Era convinto che la memoria storica e la lettura dei classici fossero indispensabili alla crescita intellettuale. Per questo motivo uno dei suoi vezzi era quello, in particolari occasioni, di stampare un brano tratto da opere di autori classici per donarlo agli amici. Nel 1987 commissionò un elegante fascicolo contenente «I versi d’oro», sorta di precettistica etica della scuola di Pitagora che, soprattutto nel penultimo verso, «poni il senno al di sopra di tutto come guida migliore», ben rappresentava il suo spirito. Ancora, nel dicembre del 2005, per gli auguri agli amici, fece ricorso a una delle lettere morali che Seneca scrisse a Lucilio; nella traduzione a fronte volle enunciare un titolo denso di significati: «Bisogna sopportare serenamente le sventure», questa volta il messaggio non era rivolto solo a noi ma anche a se stesso, consapevole di non poter porre rimedio al male che l’aggrediva. Pensando alle sue origini e al periodo della giovinezza si capiscono bene molti aspetti della sua personalità. Nacque a Prato nel 1937 da Ruggero, noto bottegaio che teneva un negozio di generi alimentari fuor di porta del Serraglio.