Il costo della libertà nei conti di alcuni personaggi

(di Francesco Ammannati)

 La  notizia era delle più terribili: l’esercito di spagnoli, guidati dal Viceré di Napoli e da Giovanni de’ Medici, era in arrivo da Bologna attraverso gli Appennini. Da Firenze, verso la fine di luglio, la Signoria si rivolse a Battista Guicciardini, il potestà di Prato, con l’ordine di convocare i Conti

di Vernio e il Capitano di Pistoia e di inviare qualche osservatore in Mugello per sincerarsi della situazione.

Guidati dal buon senso, i pratesi pensavano che in caso di attacco avrebbero ricevuto il totale appoggio di Firenze, invece le cose non andarono così: la paura e una cinica forma di realpolitik portarono la città del giglio a prendere l’altra biasimevole decisione di richiamare il grosso del contingente difensivo verso la capitale.